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I metodi di sigillatura dei pressacavi di tipo barriera

Criterio di scelta dei pressacavi da utilizzare per l’entrata dei cavi nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche

1. La scelta del pressacavo

Nel concetto impiantistico è da sempre stato di primaria importanza avere una separazione fisica tra area sicura e area classificata. Questo concetto veniva applicato nei sistemi di trasporto di energia elettrica tramite cavi interrati in letto di sabbia e successivamente derivati verso l’utilizzatore, sia esso un motore elettrico o una scatola di derivazione o un utilizzatore finale, utilizzando un tubo conduit adatto per l’infilaggio di cavi elettrici esenti da creste interne e con terminazione sull’utenza finale tramite una separazione fisica realizzata con dispositivo di tenuta a prova di esplosione (ad esempio una camera di sigillatura “Giunto di bloccaggio”).

Con l’avvento prima della normativa IEC/EN 61241-0 e successivamente della IEC/EN 60079-0, così come nella norma IEC/EN 60079-1, viene cambiato il concetto di ingresso cavi nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche adatte per ambienti con pericolo di esplosione, permettendo di avere l’ingresso cavo con opportuno pressacavo a tenuta. Ultimamente la norma IEC 60079-14:2013-11/EN 60079-14:2014-03, norma che descrive la progettazione, scelta e installazione degli impianti elettrici in atmosfere esplosive, ha introdotto, al paragrafo 10.6.2, il criterio di scelta dei pressacavi da utilizzare per l’entrata dei cavi nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche adatte per installazione in tali atmosfere. Questo sta a significare che sono avvenuti nel tempo dei cambiamenti sostanziali, effetto della unificazione normativa sia in ambito europeo, sia in ambito internazionale che ha cambiato i concetti della classificazione da un sistema “Rigido”, ovvero un sistema che forniva parametri dimensionali univoci, ad un sistema di “Calcolo” in funzione della tipologia di gas, della concentrazione, della capacità di aerazione della zona classificata e di altri parametri di processo che sono diventati di appannaggio del processista.


Nella attuale versione della norma, al paragrafo 10.6.2, viene così descritto*:

“10.6.2 Scelta dei pressacavi”

Il sistema utilizzato per l’entrata in cavo nell’apparecchiatura deve essere conforme a una dei seguenti:

a) pressacavi sigillati con apposito composto (pressacavi barriera) conformi alla IEC 60079-1 e certificati quali apparecchiature;

b) cavi e pressacavi che soddisfino tutte le condizioni che seguono:

  • Pressacavi conformi alla IEC 60079-1 e certificati quali apparecchiature,
  • Cavi utilizzati conformi alle indicazioni di cui in 9.3.2 (a),
  • Che la lunghezza del cavo collegato sia almeno pari a 3 m;

c) entrata indiretta tramite l’utilizzazione di una combinazione tra una custodia a prova di esplosione provvista di passante e una scatola morsetti a sicurezza intrinseca; (questa precisazione sicuramente è un errore in quanto morsetti di potenza a sicurezza intrinseca non esistono e quindi è presumibile che volessero dire a sicurezza aumentata);

d) cavo ad isolamento minerale e guaina metallica, con o senza rivestimento in materiale plastico, provvisto di idoneo pressacavo a prova di esplosione conforme alla IEC 60079-1;

e) dispositivo di tenuta a prova di esplosione (ad esempio una camera sigillata) specificato nella documentazione dell’apparecchiatura oppure conforme alla IEC 60079-1/EN 60079-1 provvisto di un un pressacavo idoneo al cavo di prevista utilizzazione. Il dispositivo di tenuta deve incorporare un composto o altri mezzi di tenuta adeguati, attorno alle singole anime del cavo, che non consentano il passaggio di alcunché. Il dispositivo di tenuta deve essere installato nel punto di ingresso dei cavi nell’apparecchiatura;

Nota 1 La lunghezza minima del cavo è specificata per limitare il pericolo potenziale dovuto alla trasmissione di fiamma attraverso il cavo (vedere anche l’allegato E della stessa norma).

Nota 2 Se il pressacavo e i cavi in uso sono certificati come una parte dell’apparecchiatura (custodie), allora la conformità di cui in 10.6.2 non è necessaria.

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* Nota: le versioni delle norme citate, all’interno di questa descrizione, devono essere ovviamente quelle allineate alla data di emissione di queste norme.

Nota 1 Con guaina in materiale termoplastico, termoindurente o elastomerico. Essi devono essere circolari e, compatti. Eventuali imbottiture o guaine devono essere estruse. Gli eventuali riempitivi devono essere di materiale non igroscopico.


Risulta pertanto evidente che, a seguito dell’entrata in vigore della nuova versione della norma IEC/EN 60079-14, lo scenario è cambiato e che l’impiego dei pressacavi di tipo barriera diventa di primaria importanza.

2. metodi di sigillatura dei pressacavi di tipo barriera per ottenere una perfetta tenuta alla fiamma


Esistono due diversi metodi per la realizzazione della cosiddetta “Barriera”: l’utilizzo di un sigillante di tipo semisolido a due componenti e l’utilizzo di una resina, anch’essa bicomponente, ma allo stato liquido.

Nel caso di utilizzo di un sigillante semisolido le operazioni da svolgere sono:

  • mescolare manualmente i due componenti semisolidi, provocando così una reazione chimica di unificazione,
  • inserire una minima parte di tale composto all’interno delle anime del cavo e, successivamente, coprire tutte le parti circostanti a tutte le anime che compongono il cavo
  • inserire il tutto all’interno dell’alloggiamento predisposto nel pressacavo.

Questa operazione, dopo l’indurimento, non garantisce il riempimento totale. Si potrebbero formare infatti delle sacche di aria. Inoltre, durante la fase di polimerizzazione del composto, i cavi non devono assolutamente essere toccati, per evitare la formazione di interstizi di aria tra la guaina del cavo e il composto.

Nel caso di utilizzo della resina liquida bicomponente si devono svolgere le seguenti operazioni:

  • preparare la “testa cavo”, inserendo l’apposito tappo preforabile per l’effettivo diametro di ogni singola anima
  • riempire con la resina liquida bicomponente, preparata in precedenza o dalla confezione singola a corredo del pressacavo barriera, direttamente all’interno dell’alloggiamento predisposto per tale funzione.

La resina di tipo liquido penetra perfettamente tra le singole anime e all’esterno delle stesse, garantendo di fatto una corretta esecuzione nel pieno rispetto della norma di riferimento. In questo caso il pericolo della formazione di sacche di aria nella resina è impossibile.

Elfit, dopo un’attenta analisi delle problematiche e delle esigenze di installazione, ha prediletto il secondo sistema di sigillatura che permette all’installatore di poter realizzare una corretta installazione e di poter, allo stesso tempo, verificare che quanto fatto sia corrispondente alle prescrizioni di installazione date a corredo dei suoi pressacavi. Rimane come sempre al progettista dell’impianto la selezione e scelta funzionale del modello di pressacavo da utilizzare.

Concludiamo ricordando che tutte le attività finalizzate al dimensionamento e scelta sono appannaggio del progettista che dovrà fare sempre riferimento alle specifiche normative vigenti in materia e che sono di sua totale responsabilità le analisi, i calcoli e il conseguente progetto esecutivo, attestando la conformità alle normative di riferimento.

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