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Come leggere la targa di certificato

Ogni prodotto antideflagrante è corredato di una sua targa di identificazione. Ne esaminiamo alcune…

Ciascun prodotto antideflagrante immesso sul mercato è corredato di una sua targa di identificazione, la quale riporta una serie di informazioni, così come prescritto dalle norme tecniche. Di questi dati, alcuni sono prescritti dall’applicazione delle Direttive comunitarie, altri sono la conseguenza dell’applicazione delle norme tecniche, tipiche per ciascuna apparecchiatura.

Esaminiamo ora il contenuto di una targa tipica di certificato, per un prodotto con certificazione di Piena Conformità.

Come possiamo notare, nella targa esistono diversi campi che hanno funzioni specifiche e dove, in base al prodotto ed alla certificazione ottenuta, coesistono una o più tipologie di certificati quali la certificazione ATEX, emessa in ambito comunitario (EN) e la certificazione IECEx, emessa in ambito internazionale (IEC) o altra certificazione in base al Paese di destinazione del prodotto.

Esaminiamo di seguito la funzione di ogni campo (riferimento).

Rif. “1”: indica l’anno di costruzione del prodotto, dato importante per capire a quale normativa si potrà far riferimento, considerando che le norme sono costantemente in aggiornamento e quindi è fondamentale capire l’anno di costruzione. Da notare che i prodotti immessi sul mercato non scadono se non modificati o manomessi, infatti la normativa non è retroattiva ma, qualora di dovesse procedere ad una messa a giorno della parte di impianto dove il prodotto è installato e se tale messa a giorno comporta una revisione della classificazione dell’area interessata, il progettista dovrà verificare se il prodotto, in precedenza installato, sia ancora idoneo alla nuova classificazione e nel caso non lo fosse, a prevederne la sostituzione con altro avente le caratteristiche rispondenti alla nuova situazione di mappatura aree pericolose. Ad esempio, se in precedenza erano presenti sostanze che classificavano l’area come ‘Ex d IIB’, a causa di variante processuale, è necessario poi avere apparecchiature in esecuzione ‘Ex d IIB+H2’, per presenza di idrogeno.

Rif. “2”: indica il numero seriale di riconoscimento, che è univoco per quel prodotto dove la targa è fissata o, nel caso si tratti di prodotti identici e realizzati in un lotto significativo, tale riferimento sarà ripetitivo su ogni prodotto realizzato in quel lotto di produzione. Infatti, è un obbligo del produttore dare la tracciabilità del prodotto, inserendo un numero univoco per ogni prodotto realizzato, che ne permetterà, nel tempo, la tracciabilità ai fini del reperimento di eventuali parti di ricambio e del controllo della veridicità del prodotto stesso da parte dell’ente certificante.

Rif. “3”: il riferimento sta ad indicare di quale prodotto si tratta, ovvero il modello costruttivo riconducibile sia al catalogo, sia al certificato, che indica la tipologia e sue caratteristiche specifiche.

Rif. “4”: identifica il numero del certificato per il prodotto realizzato in conformità alle norme comunitarie EN, quindi con certificazione ATEX. Va precisato tuttavia che nella Direttiva 2014/34/UE, all’articolo 16, comma 1, a differenza di quanto disposto in precedenza nella vecchia Direttiva 94/9/CE, viene scritto che il marchio CE può essere apposto, qualora non sia possibile o la natura del prodotto non lo consenta, sul suo imballaggio e sui documenti di accompagnamento.

Rif. “5”: identifica il numero del certificato per il prodotto realizzato in conformità alle norme internazionali IEC, quindi con certificazione IECEx.

Rif. “6”: indica la classe di temperatura del prodotto.

Rif. “7”: indica per quale temperatura ambiente è stato progettato, in funzione della classe di temperatura, ovvero il prodotto potrà operare sino alla massima temperatura ambiente indicata nella targa di certificato, al fine di garantire che la classe di temperatura sia rispettata e che non sia esso stesso, per un utilizzo improprio, causa di esplosione per il solo superamento della temperatura superficiale.

Rif. “8”: in questa Colonna vengono riportati tutti i dati elettrici del prodotto, quali tensione, corrente, numero di morsetti e la massima sezione dei conduttori. Questi dati sono fondamentali per poter correttamente mantenere aggiornata l’apparecchiatura e per l’eventuale necessità di sostituzione di morsetti che possono essersi danneggiati in fase di assemblaggio in cantiere, considerando che è possibile la sostituzione, in caso di rottura, di morsetti con altri di pari caratteristiche elettriche, verificando che abbiano pari dissipazione di quelli installati dal produttore dell’apparecchiatura.

Rif. “9”: indica la massima temperatura superficiale del prodotto.

Rif. “10”: il simbolo “CE” sta ad indicare che la certificazione è in accordo ai requisiti comunitari e che il prodotto è costruito o distribuito nel pieno rispetto e conformità a quanto prescritto nella Direttiva Comunitaria 2014/34/UE.

Rif. “11”: il numero riportato sta ad indicare il numero di identificazione dell’organismo di sorveglianza notificato, previsto nella Direttiva 2014/34/UE, che interviene nella fase di controllo della produzione.

Rif. “12”: questo è il marchio specifico di protezione dalle esplosioni, come previsto nella Direttiva 2014/34/UE.

Rif. “13”: indica il Gruppo di appartenenza del prodotto, ovvero che il prodotto è inteso per l’uso in luoghi con atmosfere esplosive per la presenza di gas diversi dalle miniere con possibile presenza di grisou. Tali prodotti sono suddivisi in conformità alla natura dell’atmosfera esplosiva per le quali sono destinati in IIA, IIB, IIC.

Rif. “14”: indica la categoria di riferimento in accordo all’allegato I della Direttiva 2014/34/UE per prodotti di Gruppo II.

Rif. “15”: indica la rispondenza alla specifica categoria di sostanza pericolosa presente nell’area classificata con “G” in caso di gas e “D” in caso di presenza di polveri infiammabili.


Tra la seconda e terza riga troviamo il simbolo di un bidone barrato. Questo simbolo sta ad indicare che, ai sensi dell’art. 13 del Decreto Legislativo 25 luglio 2005 n. 151 "Attuazione delle Direttive 2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE, relative alla riduzione dell'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti”. Dal 13 Agosto 2005 i prodotti che rientrano nella direttiva 2002/96/CE, ovvero tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche, devono essere etichettate con il simbolo del bidone sbarrato indicante l’obbligo di non smaltire i RAEE (Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) come rifiuti municipali misti, ma di effettuare una raccolta separata. Tale precisazione è, inoltre, inserita nelle istruzioni di sicurezza allegate al prodotto.

L’utente dovrà, pertanto, conferire l’apparecchiatura giunta a fine vita agli idonei centri di raccolta differenziata dei rifiuti elettronici ed elettrotecnici, oppure riconsegnarla al rivenditore al momento dell’acquisto di una nuova apparecchiatura di tipo equivalente, in ragione di uno a uno.

Chiude la targa di certificato la precisazione di utilizzare viti di qualità A2(A4) - 70 UNI 7323 R 700 N/mm2, in accordo con quanto previsto nel certificato. Questa annotazione è fondamentale per l’eventuale sostituzione di viti, in caso di perdita durante le operazioni di installazione e/o manutenzione. La non osservanza di impiego di viti indicate, rende nulla la capacità di tenuta alle sollecitazioni derivanti da una esplosione interna dell’involucro, facendo ricadere sull’installatore/ manutentore la totale responsabilità per danni a cose e persone.

1. Targa tipica di certificato di un prodotto con certificazione Componente, certificato con estensione… “U”

Anche per questa targa esistono diversi campi con funzioni specifiche che si riconducono alla targa di piena conformità, ed esaminandola notiamo che nella prima descrizione in alto, così come al centro della targa, viene chiaramente indicato che tale custodia o apparecchiatura è fornita vuota e che, quindi, al suo interno non ci saranno equipaggiamenti o componenti elettriche, così come non ci saranno morsetti di allacciamento. Unico oggetto al suo interno, se specificatamente richiesto dal cliente, sarà una piastra per l’alloggiamento degli equipaggiamenti e/o apparecchiature elettriche od elettroniche che il cliente andrà ad inserire. In questo caso sarà cura ed onere di chi provvederà a popolare il prodotto, di procedere alla certificazione dell’insieme e ad apporre la sua targa di certificazione. Questa condizione si applica anche per i componenti quali operatori meccanici e segnalatori con certificazione “U” che vengono distribuiti completi di tutti i rispettivi accessori per l’installazione.

Negli altri campi, come per la piena conformità, viene indicato l’anno di costruzione 20.., la tipologia di prodotto, l’esecuzione e la precisazione che questo tipo di custodia è adatto per alloggiare componenti certificati Ex.

Cosa vuol dire componenti certificati Ex?

Significa che chi andrà ad equipaggiare la custodia, con certificato ad uso componente, si dovrà fare carico di rispettare, durante tutte le fasi di progettazione e assemblaggio, tutte le prescrizioni previste dal costruttore della custodia o nella certificazione di piena conformità dell’assemblatore finale. Ad esempio: l’impiego di operatori, selettori, spie luminose di costruzione dello stesso produttore della custodia, o previsti nella certificazione di piena conformità dell’assemblatore finale, posizionare l’apparecchiatura all’interno rispettando la copertura della superficie in modo da garantire libero almeno il 20% di ogni sezione per esecuzione in ‘Ex d IIB’ o il 40% per esecuzione ‘Ex d IIB+H2 e IIC’, le caratteristiche elettriche e tutte le prescrizioni previste nelle istruzioni di sicurezza allegate alla custodia.

Gli ingressi/uscite dei cavi dovranno essere eseguiti solo con accessori certificati in accordo alle norme IEC/EN 60079-0; IEC/EN 60079-1 e IEC/EN 60079-31, come prescritto nelle istruzioni di sicurezza allegate al prodotto.

Dopo aver progettato l’insieme, con una o più custodie con certificato di componente, il costruttore dell’insieme si deve fare carico di ottenere la certificazione di conformità di una apparecchiatura completa, senza la necessità di ripetere tutte le prove di tipo, in accordo con quanto disposto dalla norma.

In questo caso la custodia deve essere contrassegnata in conformità ai requisiti per la marcatura dei componenti Ex specificati nella EN / IEC 60079-0, con il nome, numero di serie e identificativo del costruttore dell’involucro.

2. Targa tipica di certificato di un prodotto con certificazione di limitazioni di impiego (X)

Anche per questa targa esistono diversi campi con funzioni specifiche.

Esaminiamo la prima descrizione in alto e notiamo che viene chiaramente indicato che tale custodia o apparecchiatura è costruita per contenere al suo interno componenti per il controllo, la segnalazione e monitoraggio o più semplicemente per contenere apparecchiature elettriche o elettroniche, con una limitazione di impiego, limitazione indicata dall’estensione “X” del certificato.

Le limitazioni di impiego sono riportate nel certificato indicato nella targa, limitazioni che possono essere le più svariate, in funzione delle prove di tipo alle quali la custodia è stata sottoposta nelle fasi di certificazione, quali ad esempio non limitativo (con riferimento al certificato ATEX CESI 01 ATEX 036X indicato in targa):

  • gli accessori utilizzati per l’entrata dei cavi e per chiudere gli ingressi non utilizzati devono essere certificati secondo le norme IEC/EN 60079-0; IEC/EN 60079-1 e IEC/EN 60079-31. Un minimo di grado di protezione IP66 deve essere garantito in accordo alla norma IEC/EN 60529.
  • le unità di comando, controllo e segnalazione, dovranno essere usate nei seguenti campi di temperature ambiente:
    - da -20°C fino a + 40°C/55°C: tutte le versioni delle unità di comando, controllo e segnalazione per Gruppo I (solo acciaio inossidabile), Gruppo IIC e Gruppo IIIC.
    - da -40°C fino a + 40°C/55°C: tutte le versioni delle unità di comando, controllo e segnalazione per Gruppo IIC e Gruppo IIIC, con luci di segnalazione in policarbonato.
    - da -60°C fino a + 40°C/55°C: tutte le versioni delle unità di comando, controllo e segnalazione per Gruppo IIC e Gruppo IIIC, senza luci di segnalazione in policarbonato.


Non sono state elencate tutte le limitazioni di impiego, rimandandone la loro visione direttamente sul certificato.

Negli altri campi, come per la piena conformità, viene indicato l’anno di costruzione 20.., la tipologia di prodotto, il metodo di protezione e la precisazione che questo tipo di custodia è adatto per alloggiare componenti per il controllo, la segnalazione e monitoraggio o, più semplicemente, per contenere apparecchiature elettriche o elettroniche, con una limitazione di impiego.